Le Fate

Conoscere le fate
Chi sono le Fate

Dall’alto della sua avventurosa esperienza, Bogus ci ha informato che è abbastanza difficile definire con esattezza il significato del termine “fata”, la natura di questi esseri è alquanto complessa, tanto che spesso si è portati a confonderli con tutte le altre specie appartenenti al Piccolo Popolo.
Caratteristica indubbia delle fate è quella di essere delle emanazioni della forza della natura, proprio per questo motivo non possiamo attribuire alle fate una forma tipica: la loro essenza è determinata, infatti, dall’elemento da cui traggono origine e forma. Ogni fata potrà essere originata dal fuoco, dall’aria, dall’acqua o dalla terra.
Un’altra caratteristica che rende ancor più difficile l’identificazione di questi esseri è la loro mutevolezza, poiché dotati di poteri magici che permettono loro di mutare forma o di essere completamente invisibili.
Potete dunque capire quanto sia facile per i non esperti confondere una fata con un folletto o con un elfo.
Su un altro aspetto delle fate Bogy è stato molto chiaro:
“Voi umani avete le idee alquanto confuse in merito al Piccolo Popolo: il vostro maggior difetto è quello di mettervi a ciarlare su fatti sui quali non siete minimamente informati! Tutto quello che sapete sulle fate… scordatevelo! Raramente sono gli esserini graziosi che compaiono nei vostri racconti: la loro pricipale caratteristica è la mutevolezza. Possono essere le creature più belle e affascinanti del pianeta e pochi istanti dopo trasformarsi negli esseri più ripugnanti che abbiate mai visto in vita vostra…”
Una fata può quindi presentarsi in diverse forme, come quella umana (secondo i suggerimenti della tradizione letteraria e favolistica) ma anche (e secondo Bogus è l’opzione più valida) sotto altre forme che possono variare dal mostruoso al “naturale”. Con il termine naturale intendiamo dire che spesso una fata può assumere forme molto vicine al suo elemento originario, ad esempio uno strano agglomerato di goccioline d’acqua, degli incredibili ramoscelli che si muovono da soli o, addirittura, una scoppiettante ed indomabile fiammella.
Niente può essere definito con certezza: per individuare le fate bisogna avere gli occhi ben aperti oltre che una singolare e spiccata sensibilità.
Un altro elemento che trae i neofiti in inganno riguarda il “carattere” delle fate. Siamo abituati ad identificarle come esseri magici buoni e caritatevoli, pronti a schierarsi sempre dalla parte del giusto… ma non sempre è così.
Almeno non lo è secondo la singolare concezione degli uomini. Bogus ci aveva precedentemente spiegato che non dobbiamo paragonare le nostre scale di valori a quelle delle creature del Piccolo Popolo: come per i troll, ad esempio, è del tutto normale essere irascibili e goffamente violenti, così per le fate è naturale percepire il bene ed il male in maniera del tutto differente rispetto agli esseri umani. Dobbiamo ricordarci che le fate, traendo la loro essenza da elementi naturali, sono esseri primitivi spesso incapaci di provare dei veri e propri sentimenti: alcune di loro, addirittura, invidiano gli uomini e la loro capacità di provare amore, amicizia, passione ma anche odio, rancore e rabbia.

I luoghi abitati dalle Fate

Più che costruire una mappa nel vero senso della parola è utile parlare dei luoghi preferiti dalle fate, che hanno come pregio fondamentale quello di proteggerle da individui estranei al loro mondo. E’ proprio dallo sguardo dell’uomo che le fate cercano di nascondersi con la massima cura; rari sono infatti oggigiorno i contatti tra i due mondi. Le fate potrebbero essere quindi sotto i nostri occhi e noi continueremmo ad esserne del tutto inconsapevoli… a volte può accadere che questi luoghi magici appaiano all’improvviso avvolti da una calda e luminosa luce. Ma così come magicamente è apparsa, tale visione può improvvisamente scomparire e ben poche saranno le persone disposte a credere ai racconti degli stupìti testimoni.
Grazie ai resoconti di Bogus siamo però in grado di identificare i luoghi preferiti da queste magiche creature.
Il fattore principale che determina la scelta dei luoghi in cui vivere è senza dubbio il maggior livello possibile di protezione che può offrire ai suoi abitanti: non a caso, in un gran numero di leggende legate al mondo delle fate, si parla di mitiche isole fantasma, visibili solo ai puri di cuore. Queste isole, sempre avvolte da una fitta coltre di nebbia, hanno la facoltà di comparire in un determinato luogo (al centro di un lago, nei mari più profondi) per poi sparire misteriosamente. Numerosissimi sono i racconti di marinai che si sono imbattuti in isole fantasma, denominate così perché non riportate sulle carte di navigazione. 
Queste isole sono gelosamente celate non solo per l’incolumità dei suoi abitanti ma anche per il fatto di custodire incredibili tesori.
Nell’Isola di Man, spesso citata nelle leggende bretoni, detta anche “Isola delle Fate” si narra della presenza di un castello magico, le cui pareti trasudavano oro. Ben diverso è il “tesoro” custodito nell’isola più famosa di cui parlano le antiche leggende: l’Isola di Avalon. Qui è infatti serbato con cura dalle fate il corpo del mitico King Arthur. 
Ferito mortalmente durante una battaglia, Arthur fu condotto dai suoi cavalieri nell’isola magica, dove tutt’ora, così narra la leggenda, il suo corpo giace sorvegliato dai suoi fedeli servitori.
I luoghi prediletti dalle fate non sono solo le isole: con una buona dose di fortuna è possibile imbattersi in una di loro anche nelle vicinanze di alcune colline. 
Si tratta di colli alquanto singolari, visto che sono cavi al loro interno, adatti a custodire un meraviglioso piccolo regno fatato. Un’attenta osservazione della flora circostante può permetterci di individuare un’eventuale collina cava: ginepro, biancospino e calendula sono alcune delle piante predilette dalle fate, spesso situate in prossimità delle loro abitazioni. Molti sognano un fortuito incontro con queste incredibili creature e, in tal caso, è bene sapere che l’occhio umano può facilmente percepire la loro presenza grazie alla luce emanata dalla Luna piena. Non molti inoltre sanno che il crepuscolo è il momento della giornata preferito dalle fate, durante il quale amano abbandonare per un po’ di tempo i protettivi luoghi familiari per esplorare con curiosità i dintorni.
Se una semplice e distaccata osservazione è spesso tollerata dalle fate un’ invasione del loro territorio non è affatto perdonata: curiosi troppo espansivi ed avidi cercatori d’oro sono stati puniti dal Popolo Fatato nei modi più crudeli. Gli incauti avventurieri vengono ripetutamente avvertiti durante le loro lucrose ricerche con chiari segnali male auguranti: forti venti, fastidiosissimi pizzicotti che ingenuamente vengono attribuiti ad insetti o strani rumori di provenienza apparentemente animale. Se tali avvertimenti non vengono presi sul serio spesso si va incontro a severe punizioni come la perdita della vista o della parola, se non addirittura, nei casi più estremi, della vita.
A volte succede che i luoghi abitati dalle fate vengano inconsapevolmente occupati dall’uomo. Molte leggende narrano di case di contadini o maestosi castelli costruiti in corrispondenza di territori fatati. Anche in questi casi basta un po’ di accortezza per aver salva la pelle, proprio come Bogus ci ha raccontato:
“Le fate sono abbastanza abitudinarie: se per caso incontrano una costruzione umana lungo le strade che amano percorrere, preferiscono perder tempo a disturbare gli occupanti con graffi alle porte ed inquietanti pianti (simili a quelli di neonato) piuttosto che più intelligentemente cambiar strada… Ai poveri abitanti della casa non resta che lasciar aperte porte e finestre per garantirne il passaggio. In casi estremi suggerisco di abbandonare l’abitazione e di trasferirsi altrove: naturalmente il più lontano possibile!”
Una volta individuata una collina nella cui cavità risiedono le fate (come sopra ricordato, la presenza di cespugli ed alberi di biancospino è uno degli indizi più evidenti) si può procedere con un piccolo rito per rendere visibile all’occhio umano il Mondo Fatato: durante una notte di splendente luna piena bisognerà compiere per nove volte il giro completo della collina e magicamente le fate compariranno ai nostri occhi. Ma, a detta di Bogus, nessun umano è mai riuscito in questa impresa:
“Le fate adorano le cose complicate… ma vi pare possibile che uno con un po’ di sale in zucca si metta a compiere il giro intero di un perimetro collinare… e per nove volte per giunta? Ad andare bene si fa l’alba…di due giorni dopo però!” 


Le quattro grandi famiglie di Fate

Bogus ci ha rivelato che nel mondo delle fate è possibile fare delle distinzioni. Queste dipendono principalmente dall’elemento naturale da cui traggono i loro poteri. Esistono così quattro grandi famiglie di fate: quelle dell’Acqua, della Terra, del Fuoco e dell’Aria, il cui operato diviene per la natura di fondamentale importanza in determinati periodi dell’anno.
Bogy ci ha generosamente elargito alcune importanti informazioni in merito:
“Dunque, dunque… ve lo rivelo in via confidenziale: in ogni grande famiglia di fate esistono degli esseri dai poteri molto grandi… ne esiste uno per ogni famiglia: costui riesce a controllare completamente l’elemento naturale, che sia acqua, terra, aria o fuoco, di cui è il geloso custode. Queste quattro “fate” - le indico così per comodità ma non so se possono esser definite in altra maniera - sono delle creature mitiche spesso invisibili anche all’occhio del Piccolo Popolo: sono potenti ma anche pericolose…
Dovete sapere che ogni grande famiglia è legata all’andamento di una stagione: l’operato delle Fate dell’Acqua sarà fondamentale per il risveglio di piante e creature in primavera, quello delle Fate del Fuoco per far maturare i raccolti d’estate, quello delle Fate della Terra per far spirare i venti d’autunno e quello delle Fate dell’Aria per far addormentare la natura nei mesi più freddi. 
Affinché tutto vada per il meglio, le fate custodi dei quattro elementi hanno una grande responsabilità: è solo grazie alla forza naturale da esse generata che le altre fate possono compiere il loro dovere!

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